«E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate».
(Apocalisse 21:3-4)
Nei giorni scorsi gli organi di stampa nazionale si sono occupati dell’efferata aggressione, che ha ferito a morte il carissimo dott. Giorgio Falcetto, al termine del suo servizio al Policlinico di San Donato Milanese. E questo gravissimo delitto ha sconvolto l’intero paese, e in modo particolare noi medici, perché ha colpito un nostro collega, uno di noi; e soprattutto un serio e validissimo professionista, che si prodigava, da molti anni, per curare ed assistere i suoi pazienti.
E la notizia ha destato scalpore ed inquietudine nell’opinione pubblica; e questo nonostante che, attualmente, di fronte al dolore, alla sofferenza e persino alla morte, anche violenta come in questo caso, la nostra società si sia ormai quasi assopita in un’indifferenza disumana!
Questo tragico ed assurdo episodio, è purtroppo l’ennesimo di una lunga serie, ed ha addolorato, in modo particolare, la nostra Associazione dei Medici Cattolici Italiani (AMCI), di cui Falcetto faceva ormai parte da tempo. Ed infatti era stato il fondatore, nel 2004, della sezione AMCI di Biella; e poi per molti anni ne era stato il Presidente, organizzando anche diverse ed importanti iniziative, per promuovere la nostra Associazione ed i suoi irrinunciabili valori etici, deontologici e cristiani.
Ricordiamo che Giorgio Falcetto ha passato la vita a curare i suoi numerosi pazienti ed a salvare molte vite. Ed ancora oggi, nonostante i suoi 76 anni (anche per la ben nota carenza di medici), stava ancora lavorando, e lo faceva, come sempre, con una ferrea volontà, una totale dedizione e, soprattutto, con grandissima professionalità. E tutto questo fino a pochi giorni fa, quando uno squilibrato lo ha colpito violentemente al volto, ponendo così fine alla sua vita; e noi medici ne siamo sconcertati e profondamente addolorati.
Purtroppo questo è l’ultimo, clamoroso e drammatico epilogo di una lunga serie di violenze perpetrate nei confronti di noi medici che, nell’esercizio del nostro impegno professionale, mettiamo costantemente a rischio la nostra incolumità e la vita stessa per poter assistere e curare degnamente i nostri ammalati.
Non possiamo peraltro escludere che questa notevole escalation possa essere stata, almeno in parte, alimentata da una pseudo-cultura che, alla continua ricerca di uno scoop, enfatizza esageratamente alcuni isolati fenomeni di malasanità: vera, o molto più spesso presunta.
E tutto questo finisce poi per penalizzare ed inaridire il peculiare rapporto tra medico e paziente, mettendo a rischio il loro rapporto fiduciario, che risulta sempre fondamentale e determinante, per poter affrontare la malattia, per l’alleanza terapeutica, per le relazioni interpersonali e con ripercussioni molto negative sul paziente.
Giorgio Falcetto è stato aggredito nell’ospedale in cui lavorava, al termine di un faticoso turno di lavoro, impegnato, come sempre, per curare ed assistere il suo prossimo: i suoi ammalati; lasciando così tutti noi nel dolore e nello sconcerto.
Ed allora siamo qui a chiederci, ancora una volta, se si possa fare qualcosa di concreto per interrompere, o almeno ridurre, questa lunga e tragica catena di soprusi, violenze ed addirittura, come in questo caso, di morti nei confronti di medici, che si prodigano generosamente, ogni giorno, al servizio di chi soffre e di tutta la comunità.
Ed allora ci chiediamo anche se si possa avere una maggiore tutela da parte delle istituzioni, se si possa avere una minore pressione dagli organi di stampa, troppo propensi a sottolineare i pochi episodi negativi (o presunti tali), spesso mettendo in secondo piano, o addirittura ignorando tutto il bene che si fa.
Da parte nostra ci impegneremo quindi, ancor più, a vigilare e ad attivarci per la salvaguardia di tutti i medici ed operatori sanitari, che ogni giorno mettono a rischio la loro persona e la stessa vita, pur di garantire le cure e l’adeguata assistenza a coloro che soffrono ed hanno bisogno del loro aiuto.
Il Presidente dell’Ordine dei Medici di Biella dott. Franco Ferrero ed amico di Giorgio da molti anni, lo ricordava con queste parole, che condividiamo pienamente ed ora vogliamo fare nostre: “Nonostante la sua fine sia stata ingiusta e crudele, nonostante riempia di dolore noi Colleghi e la sua famiglia, Giorgio ha però avuto il privilegio di fare fino all’ultimo quello che sapeva e amava fare nella sua vita: il medico. Per lui la medicina era la maggiore gratificazione, la fiducia dei suoi pazienti il premio più grande, e la passione per lo studio hanno ritmato incessantemente la sua esistenza.”
RICORDO PERSONALE
Personalmente avevo conosciuto bene ed apprezzato molto Giorgio Falcetto, sia nella sua veste professionale di illustre e stimato primario chirurgo, che di medico cattolico impegnato al servizio dei suoi ammalati, mettendo in pratica, ogni giorno, la missione di medico e la parabola del buon samaritano, che si prende cura del suo prossimo ammalato; anche ben oltre l’orario di lavoro e la meritata pensione.
Non posso quindi nascondere il mio profondo dolore e la commozione: sono senza parole. Fino all’ultimo avevo sperato, come tanti colleghi, che ce la potesse fare, perché un medico straordinario come lui, padre di famiglia con cinque figli, non può e non dovrebbe morire in questo modo.
In noi rimane vivo il suo ricordo ed il dolore per la sua scomparsa, e tuttavia siamo consolati dalla nostra fede cristiana, una fede che ci aiuta a superare anche questo grande sconforto e a rivolgere il nostro sguardo verso l’alto, come recita il versetto del Vangelo secondo Giovanni: “Gesù disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà.” (Gv 11,25)
Franco Balzaretti