Assemblea Nazionale AMCI – Assisi 20-22 Ottobre 2023
Relazione di Maria Nincheri Kunz
Vicepresidente Nazionale Centro
Cari amici AMCI (come ama dire Boscia),
vorrei confidarmi con voi riguardo la mia impressione dell’AMCI, dopo aver fatto un giro di telefonate ai vari presidenti di sezione e regionali. Intanto devo dirvi che sono rimasta molto male di un ex presidente che si lamentava, anzi brontolava ed espressamente: “Ma di questi 40 euro che ritorno abbiamo?” Mah, dico io, veramente il ritorno dovrebbe averlo l’associazione dai presidenti e soci che se vogliono, possono fare di tutto come ho verificato nelle varie sezioni e come tutti noi possiamo vedere nelle nostre chat (benedette) dove appaiono tutte le iniziative che si attuano dovunque! Non solo, avendo risposto io che purtroppo abbiamo ridotto le segretarie nazionali ad una sola e essendo ora la sede in una non costosa portineria di via della Conciliazione, costui mi ha detto che quegli euro se li terrebbe lui per un ragazzo/a in segretaria, presuppongo per una miseria visto l’ardore che costui ha di fare un buon numero di iscritti! Ma si deve capire, secondo me, che la nostra associazione come tutte quelle di volontariato, ha subito una frustata dal COVID e come tutte le associazioni di volontariato di oggi, è in calo di numeri. Ma a parte qualcuno angosciato, non arrabbiato, per questa società dove scompare la famiglia per esempio (cosa dire ai giovani), in realtà l’AMCI si sta riprendendo, sta fermentando: sono sorte nuove sezioni, certo con una ripresa diversa dal solito, più responsabile, più matura anche se certo più contenuta degli anni passati. Ci tengo a dire che il nostro Cardinale Menichelli non vuole sentire parlare di numeri e qualcuno dice: “Erano 12”. Gli iscritti sono meno ma certamente più convinti e disposti a partecipare, ad organizzare e hanno anche nuove idee portate dai social, dai media che diversamente da una volta danno più opportunità. Bisogna pensare che se si volesse costruire un’associazione di medici cattolici, non potrebbe essere diversa, nonostante che alcuni effettivamente dicono che “la vorrebbero” diversa. Ma come? si fanno convegni e congressi, si prega, si fanno esercizi spirituali e celebrazioni eucaristiche, si fa attività caritativa e di assistenza medica, attività didattica…..Qualcuno vuol essere AMCI e partire per l’Africa: ci sono anche costoro …..Sarebbe esattamente come adesso, certo chi fa la differenza sono le persone che dovrebbero rimboccarsi le maniche e gli esempi non mancano: ci sono iniziative veramente ragguardevoli, in collaborazione con Ordini di medici, con Università, con Associazioni varie anche e soprattutto laiche, con Aggregazioni laicali e non.
Andando ai nostri iscritti, la ricorrenza di san Luca quest’anno ci ha portato assenze perché molti lo festeggiano proprio in questi giorni, con celebrazioni eucaristiche, convegni, incontri e pellegrinaggi.
Devo dire tra l’altro che ho riscontrato nelle mie telefonate che Camaldoli ha avuto molto successo: è una sede molto amata per gli esercizi spirituali.
Avendo “visitato” in senso figurato le sezioni del Centro ho notato che un po’ dovunque si sono riaperti e si stanno aprendo ambulatori per i bisognosi: in alcune città è la Curia stessa, o la Pastorale della salute, oppure la Caritas. In alcune città ci si unisce a laici oppure questi si uniscono agli iscritti, e ci sono medici diciamo così anche solo cattolici. Di solito sono ambulatori polispecialistici: noi a Prato abbiamo la Caritas e la san Vincenzo per la medicina generica, come solo AMCI abbiamo un elenco di 15 specialisti ( iscritti) disponibili, se chiamati da parrocchie, Curia, san Vincenzo, Misericordia. Ricordiamo la Santa Casa a Loreto, la casa di Betlemme a Macerata( Corsalini), a Rieti c’è Di Benedetto; Gorrieri odontoiatra, avendo già aperto studi dentistici con materiale tutto suo, dice ne sta aprendo un terzo.
Abbiamo poi sempre più dimestichezza con i social, i media in genere e questo è ottimo per la missionarietà e la testimonianza: dalle trasmissioni sulla prevenzione e lo stile di vita, alle meditazioni, ai Corsi di bioetica. Ricordo Pala di Olbia che ha portato avanti con la “Diaconia della verità” moltissime trasmissioni e ci presenterà penso, addirittura un progetto itinerante.
Come andamento purtroppo costante negli ultimi anni col COVID sono scomparse alcune sezioni, di cui alcune sono poi “resuscitate” e molte anche aumentando di iscritti, ma ormai si parla del 2024.
Ricordo a tutti Barbetta di Albano che con “Passa parola” quotidianamente ci manda spunti di riflessione, meditazioni, vite di santi oltre le letture e il vangelo del giorno: mi dice Cilenti presidente regionale che Barbetta ci presenterà un progetto.
Roma viaggia egregiamente col grande Cantelmi: lo vedete dalle sue iniziative!
Voglio far presente, a Livorno, una realtà creata dal vescovo Giusti che col titolo “Tavolo dell’oggettività”, incontra, con i medici che vogliono partecipare, i primari ospedalieri anche non credenti per discutere sulla sanità e soprattutto sulla bioetica.
La presidente Lorella Battini del Santa Chiara di Pisa ha creato una chat tra gli specializzandi e sono 12 i medici che seguono l’attività della sezione e collaborano alle iniziative. Adesso stanno portando avanti un corso di bioetica annuale.
A Lucca padre Salotti Giampaolo direttore tra l’altro della pastorale sanitaria, ha coagulato in ospedale un gruppetto di medici che per ora non sono tesserati (dei vecchi tesserati non ce ne sono più). E poi ci sono circa 80 medici, così mi dice lui, che seguono il dott. Marco Martini ad Arezzo che si ritrovano (bella iniziativa) alla santa messa insieme ogni mese. Egli non ha ritenuto opportuno fino ad ora “legarli” con una tessera, ma ad anno nuovo ci sarà anche questo. Firenze anche si ritrova regolarmente ogni mese per incontri sul vecchio e nuovo testamento e vorrei sottolineare che dopo stanno insieme per una cena, quasi sempre preparata da loro stessi: e non sono belle queste conviviali alla maniera dei vari club services? A Firenze il grande Cioni ha creato tavoli di confronto con Rabbino, Imam e altre rappresentanti di religioni su temi etici. Furfuri a Massa Carrara, nominato direttore della Pastorale sanitaria, sta organizzando le cappellanie degli ospedali con sacerdoti e diaconi e cerca di arrivare anche alle RSA che oggi stanno moltiplicandosi: è una missione vasta. Inoltre il gruppo massese e carrarino pregava regolarmente on line in epoca COVID e questa bella abitudine perdura tutt’ora: è abbastanza facile ritrovarsi on line rispetto al doversi spostare di persona. Così pure a Fabriano dove gli incontri spirituali on line ci sono settimanali. Incontri formativi ovunque con l’Assistente ecclesiastico.
Noi a Prato soliti appuntamenti, Natale e Pasqua, i medici defunti, san Luca, meditazioni e corsi con la Pastorale della salute, quest’anno prevalentemente sulla comunicazione, dipendenze, social, giovani. Si fanno corsi per fidanzati, e per ragazzi nelle scuole anche sulla prevenzione e gli stili di vita. Facciamo anche beneficenza a solo o con eventi (tipo cene).
A Perugia Dottorini ha preparato corsi di bioetica per universitari e medici, sostenuto dal prof. Santeusanio universitario, che tutti conosciamo, e che ha visto centinaia di partecipanti di presenza e anche online (questo è un metodo ottimo, e soprattutto con ECM che attirano tutti). Adesso hanno in progetto, come ha fatto Angelelli a Roma, di creare un volontariato per studenti del V e VI anno, ma penso che ne parlerà lui più dettagliatamente, in modo che imparino anche l’etica oltre che le nozioni scientifiche.
A Grosseto la presidente Minacci e nostra presidente regionale ( già impegnata nel suo Comune come assessore) e Ruggeri Giuliana consigliere del CNB (noi AMCI ne abbiamo altri due)sono andate in Regione a fissare un appuntamento come AMCI con alcuni politici regionali per discutere della delibera che riguarda le CP, per dimostrare che la sedazione palliativa profonda è diversa dall’eutanasia. Inoltre sta portando avanti “Un cuore che batte” che sappiamo avere il compito di dimostrare la presenza di una vita fin dai primi momenti della gravidanza ( già dopo15 gg).
Accenno ad alcuni problemi di tutti quelli che mi stanno a cuore.
Migranti, è un problema grande del nostro tempo che la globalizzazione ha fatto lievitare (social, comunicazione). Dico una cosa scontata: ci fermiamo ai migranti in fuga, ma non guardiamo alle cause. Lo sappiamo, guerre, persecuzioni, povertà, sfruttamento economico, cambiamenti climatici, cataclismi ambientali. Perché dico queste cose scontate? Perché voglio ricordare Giorgio La Pira (terziario domenicano e francescano, professore universitario di diritto romano, membro dell’Assemblea costituente, deputato alla Camera per tre legislature e, soprattutto, sindaco di Firenze per molti anni) che nella sua visione del mondo, connubio tra carità e politica, al centro della sua azione, collocava il cosiddetto «pilotaggio della speranza».
Dopo la crisi di Suez del 1956, convocò a Firenze un grande incontro internazionale dedicato al Mediterraneo. Nel maggio del 1958, all’interno di una corrispondenza fittissima col pontefice, invio’ una lettera a Pio XII in cui presenta il suo progetto di Colloqui mediterranei. Secondo La Pira, dunque, il Mediterraneo, culla delle civiltà monoteiste che egli chiamava «la triplice famiglia di Abramo», è chiamato a riprendere il suo posto nella storia Il cammino del Mediterraneo mare nostrum è ricominciato nel 2020 a Bari, proseguito a Firenze coinvolgendo anche i sindaci e approdato a Marsiglia. dove si toccano con mano le sfide e le difficoltà del fenomeno migratorio, col quale si sta consumando una colossale crisi umanitaria. Il “mare nostrum” non dovrebbe essere una tomba o una dolorosa Via Crucis di chi cerca un avvenire migliore, ma un luogo di vita, un crocevia di culture e di civiltà, uno spazio di scambio e di dialogo.
Ed è stata firmata la “Carta di Firenze” con i sindaci convocati a fianco dei vescovi e la Cei ha già lanciato il Consiglio dei giovani del Mediterraneo.
È un’intuizione scaturita a Firenze per dare continuità al progetto di La Pira investendo sui giovani e quindi sul futuro. Del resto i ragazzi sanno trasformare la mobilità in solidarietà.
“Liberi di partire, liberi di restare”. Infatti la possibilità di migrare implica anche l’opportunità di rimanere nelle terre d’origine in condizioni sicure, senza guerre, fame, sfruttamento. E mi permetto come faccio da anni di rammentare i missionari, che lasciano le persone nelle loro terre col loro clima e la loro alimentazione, ma insegnano loro mestieri e professioni, come coltivare la propria terra, come arricchirla di città, di industrie e vita
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Intelligenza artificiale, grande sfida, grande pericolo che rischia di cancellarci se non inseriremo i giusti algoritmi. Occorre nel nostro lavoro professionalità ma è il “care” che deve avere spazio: la cura più efficace sono le persone. Essere bravi e digitali non esclude essere buoni dice papa Francesco: vicinanza compassione e tenerezza non sostituiscono le capacità professionali, ma le arricchiscono.
Al centro della Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebrerà nel 2024 sarà il tema dell’intelligenza artificiale. “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”: questo titolo lo ha scelto appunto papa Francesco sottolineando che «l’evoluzione dei sistemi di intelligenza artificiale rende sempre più naturale comunicare attraverso e con le macchine, in modo che è diventato sempre più difficile distinguere il calcolo dal pensiero, il linguaggio prodotto da una macchina da quello generato dagli esseri umani».
«Come tutte le rivoluzioni continua il papa, anche questa basata sull’intelligenza artificiale, pone nuove sfide affinché le macchine non contribuiscano a diffondere un sistema di disinformazione su larga scala e non aumentino anche la solitudine di chi già è solo, privandoci di quel calore che solo la comunicazione tra persone può dare».
Perciò è importante, continua, guidare l’intelligenza artificiale e gli algoritmi, perché vi sia in ognuno una consapevolezza responsabile nell’uso e nello sviluppo di queste forme differenti di comunicazione che si vanno ad affiancare a quelle dei social media e di Internet, ma la vita non può deciderla un algoritmo, servono etica e rispetto. E’ l’algoretica cioè la riflessione etica sull’uso degli algoritmi perché rischiano di sopprimere l’umano in una sorta di dittatura della tecnica. A questo proposito, proprio il Papa, in un suo messaggio notava: “Dalle tracce digitali disseminate in internet, gli algoritmi estraggono dati che consentono di controllare abitudini mentali e relazionali, per fini commerciali o politici, spesso a nostra insaputa. Questa asimmetria, per cui alcuni pochi sanno tutto di noi, mentre noi non sappiamo nulla di loro, intorpidisce il pensiero critico e l’esercizio consapevole della libertà. Le disuguaglianze si amplificano a dismisura, la conoscenza e la ricchezza si accumulano in poche mani, con gravi rischi per le società democratiche”.
Non è vero che l’algoritmo sia oggettivo, anzi. Può essere discriminante e sbagliare nei criteri di scelta di un lavoratore da assumere, per esempio. E poi pensiamo alla vera e propria estorsione di dati personali cui siamo sottoposti di continuo. Carlo Acutis ci insegna che a chi fa tecnologia va detto: questo è un potere: si rischia una oligarchia di cui i cittadini non hanno piena consapevolezza.
Come esseri biologici siamo intelligenti e consapevoli, oggi c’è una frattura tra queste qualità. L’intelligenza artificiale è l’esempio di come si possano svolgere attività senza la consapevolezza. Questa è la sfida educativa da affrontare.
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Si conferma ormai la scarsa efficacia della PMA sia con ovociti freschi che congelati soprattutto dai 40 lo sappiamo.
E così aumentano embrioni crioconservati oggi circa 150.000, ma non sono riportati il numero di quelli scongelati e non trasferiti: nel 2020 circa 20500.
Bisogna porre limite alla produzione indiscriminata di quelli che finiscono a -190°, bisogna impegnarsi ad arrivare a traferirli tutti in utero anche in più riprese.
Dal 2004 al 2020 sono stati sacrificati su 1.852.492 per fare nascere 144.786: un bambino nato vivo ogni 12,8 embrioni prodotti. Ma perché sono inserite nei LEA le tecniche di PMA e non la terapia della sterilità infertilità perché oltre all’evidente svantaggio costo/ benefici, producono embrioni che dopo 5 anni verranno distrutti e che neanche gli scienziati vogliono per esperimenti. E’ dimostrato che le percentuali di successo del “bambino in braccio” è uguale a quello della cura della sterilità / infertilità e senza morti! Dovremmo favorire piuttosto le adozioni nazionali ed internazionali: si danno incentivi per le auto elettriche e non per le adozioni!
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Obiezione di coscienza proposta per farmacisti visti numeri degli acquisti in farmacia: si dice che gli aborti siano scesi a 63000 ma dire questo è da trogloditi cioè come definire “grumo di sangue” l’embrione, perché sono state vendute nell’anno passato circa 500.000 pillole del giorno dopo e dei 5 giorni ( con uragani ormonali per giovanissime) e poi ci sono le spirali che anche se sono come si dice di ultima generazione hanno sempre capacità antiannidatoria per non parlare degli aborti clandestini valutati in 30.000 all’anno. Vi dico che in questi giorni sto preparando un convegno sull’Adozione, con persone che reputano tutte queste cose delitti e vedono buttar via i bambini che essi cercano affannosamente! Purtroppo OMS sta portando avanti il cosiddetto “aborto di qualità” affiancando un manuale in cui prevale aborto chimico con Ru 486 che è più doloroso, più lungo, più pericoloso, più solitario. E il direttore della “Ricerca e salute riproduttiva” distribuendo i fondi per la sanità, dà ben l’11% all’aborto sicuro e il l8% alla pianificazione familiare a contraccezione, che è per lo più controgestazione.
Ricordo i giovani: qualunque cosa facciamo per loro è per il futuro dell’umanità e poi, richiamata da tutti, la formazione dei presbiteri sentita molto ma che non riesce ad andare avanti.
Non allineiamoci mai col “ pensiero unico” che è il cancro del nostro tempo!
Maria Nincheri Kunz
Vice Presidente AMCI del Centro