I Medici Cattolici Italiani si sono riuniti, per l’Assemblea Nazionale, presieduta dal presidente nazionale prof. Filippo Maria Boscia e alla presenza dell’assistente ecclesiastico S. Em.za il cardinale Edoardo Menichelli, con la partecipazione dei presidenti e dei sacerdoti assistenti spirituali delle varie sezioni d’Italia, tenuta in Assisi dal 20 al 22 ottobre 2023, al fine di programmare le attività delle Sezioni per il nuovo anno associativo.
Queste assemblee suscitano sempre rinnovato interesse “Sempre nuova è l’alba!” (Scotellaro) ed è bello – ha detto Boscia – che per l’AMCI ci sia sempre un’alba ed ogni nostra Assemblea confermi la sua vivacità innovativa che continua grazie al formidabile impegno dei suoi aderenti.
Ogni Assemblea ha un suo fascino, risveglia i sentimenti delle tante generazioni che ci hanno preceduti e, fondendo le esperienze del passato con quelle del futuro, fa emergere le molteplici nuove esperienze, e ridisegna le prospettive future… un cammino che da sempre è produttivo di cultura, di solidarietà, di sussidiarietà.
“SANITA’, TECNOLOGIE, UMANITA’, il tema proposto, in considerazione della crisi della nostra capacità sanitaria di risposta ai bisogni dei cittadini, visto che il PIL rimane il punto di riferimento che, per l’Italia, nel 2019, era 6,4% (meno di noi in Europa solo Portogallo, Grecia e Irlanda), mentre – va ricordato –nel 2010, aveva raggiunto il 7% (massimo storico poi declinato) e, sempre nel 2019, la Germania era al 9,8% e Francia al 9,3%. Ne deriva che il nostro sistema non poteva né può – è la nostra preoccupazione – offrire livelli di ampiezza, quantità e qualità di servizi e di copertura dei bisogni paragonabili a tali Paesi. Va sottolineata consistente carenza degli organici sanitari: i medici lasciano il servizio pubblico, non più attrattivo e significativamente più oneroso, ed i giovani rifiutano o non riescono ad accedere alle Scuole di Specializzazione (quest’anno oltre 6000 borse non sono state assegnate).
I cittadini sono “costretti” a ricorrere sempre più il ai servizi sanitari privati, non trovando adeguate (nel tempo e nei modi) risposte dal
servizio pubblico causa di “sanità diseguale” che premia i più abbienti con accesso tempestivo ed efficiente a diagnostica e cure.
La prospettiva di nuove tecnologie va conosciuta, gestita, attuata correttamente e, per questo il Consiglio ha ascoltato la lettura tenuta dalla prof. Benedetta Giovanola, full professor of Ethics dell’Università di Macerata, direttore della I Cattedra Europea di Etica per una Europa digitale inclusiva (Edit) su “Etica, innovazione, intelligenza artificiale e salute: un approccio centrato sulla persona”.
Nella relazione sono emerse le grandi possibilità che poste a disposizione dei medici, ma anche la preoccupazione che esse assumano un ruolo sostitutivo della attività assistenziale, con il rischio della perdita relazionale tra medico e malato che già appare, in qualche modo, mutata. Il contenuto della tecnologia, investe direttamente quello della umanità della medicina. Occorre, però, essere fiduciosi quando si consideri che ogni attività umana, che comporti un più completo sviluppo della realtà creaturale, realizza un avvicinamento sempre più preciso alla somiglianza dell’uomo con Dio. Allora il medico, liberato da una parte importante del suo lavoro connesso al percorso diagnostico e terapeutico, grazie alla intelligenza artificiale, troverà più tempo per la relazione colloquiale con il malato.
La medicina moderna richiede un impegno scientifico straordinario e un supporto tecnologico avanzato già dalle prime fasi della vita e finanche dal concepimento così come le ultime fasi dell’esistenza ed anche oltre , come la medicina dei trapianti, con procedure e dispositivi medici che comportano indubitabilmente anche problemi ed interrogativi sul piano etico, deontologico ed assistenziale e sollevano questioni sociali, politiche e inerenti la legislazione vigente.
L’auspicio è che l’utilizzo della tecnologia e dell’IA in medicina non modifichi l’autonomia del paziente o interferisca con quella professionale del medico, al quale nessuna macchina o strumentazione può sostituirsi o alteri la specificità della relazione tra medico e paziente nell’alleanza di cura; non violi i diritti umani individuali, né possa compromettere l’integrità psico-fisica della persona o ledere la dignità umana; senza tralasciare i criteri legati ai bisogni clinici e all’outcome dei pazienti.
La tecnologia rimanga al servizio sia della scienza che del paziente. Essa, per quanto sofisticata e futuristica, non potrà mai sostituire l’umanità, la solidarietà e l’empatia che sono a fondamento dell’arte medica.
“Molte sono le contraddizioni che la rivoluzione tecnologica ci presenta. La pervasiva sua applicazione – ha concluso il presidente prof. Boscia – ci impone di tenere gli occhi ben aperti ed essere capaci di affrontare in Medicina il governo della complessità.
Dovremmo tutti insieme, medici, operatori sanitari, fare molta attenzione affinché la professione non perda il suo fascino di arte”.
In conclusione, l’Assemblea, al fine di affrontare le tante sfide di carattere sanitario, politico, sociale ed economico con cui i medici quotidianamente devono confrontarsi, ha ritenuto necessaria la costituzione di un Centro Studi utilizzando le tante eccellenze, professionali e culturali, presenti tra i propri iscritti.